venerdì, aprile 25, 2008

snack cinese

Oggi Andrea mi ha portato a casa uno snack sfizioso, comprato al 7-11 sotto casa: zampe di gallina (e non sto scherzando).

lunedì, aprile 21, 2008

nel traffico del Guangdong

Bloccato nel traffico tra Houjie e Guangzhou scrivo questo post, anche perché oltre a studiare un pó di cinese, a fare qualche telefonata, giocare a SUPER TUX con il mio MacBook non so piú cosa fare. Siamo in pieno periodo fiera (di Canton), il che comporta un afflusso smisurato di gente da ogni parte del mondo, un traffico esagerato ad ogni ora del giorno, un aumento generale dei prezzi di Hotel, ristoranti, massaggi (sigh!), taxi. Perfino le operatrici dell’antico mestiere si sono adeguate e partecipano alla cuccagna. Il culo che ci tiriamo in questi giorni al ristorante é impressionante (Alberto in primis, che roccia…). Dar da mangiare a cosí tanta gente per 14 giorni filati puó metterti a dura prova, sia psicologicamente che fisicamente. Bisogna stringere i denti. Tasi e tira. Ma ci stiamo riuscendo abbastanza bene. Riceviamo tanti complimenti, e poche lamentele. Fa piacere. Anche se ad essere sinceri il servizio scade un pó con questo ammasso di bocche da sfamare (o sono io che pretendo troppo? Mah…). Si sta avvicinando maggio e il tempo vola, come al solito, inesorabile. Stavo pensando l’altro giorno quanto siamo riusciti a cambiare, nel nostro piccolo, l’atteggiamento dei cinesi che lavorano con noi, in questo anno e mezzo. Quando sono arrivato qui, l’approccio a noi, stranieri, era di freddo e distaccato rispetto. Pochi sorrisi, sul lavoro. Austera serietá. Mi rendo ora conto che noi, con il nostro fare da deficienti li abbiamo fuorviati. Adesso lo staff scherza, ride, si diverte. Sorride! Si sono aperti. Senza far ovviamente mancare il rispetto. (molto importante da queste parti se vuoi che le cose funzionino bene…); unica nota negativa: le cameriere, cassiere come pure i cuochi hanno cominciato a bestemmiare in dialetto Veneto… che non é propriamente elegante per un ristorante. Meno male che riusciamo ancora ad arginare le esclamazioni in cucina…
Come giá accennato in altri post a me piace lavorare qui, con i cinesi, nonostante le incomprensioni, difficoltà, diversità di cultura. Mi piace anche studiare la loro lingua, che incomincio a masticare (prossimo mese inizio a studiare i caratteri). Ma soprattutto mi diverto. Ogni giorno “ghe né una nuova”: qualche problema stupido da risolvere per poi riderci sopra, qualche nuova conoscenza fatta in ristorante, qualche festa a cui andare, una chiacchierata tra amici dopo cena, la birretta rituale a fine giornata con Alberto, Andrea e lo Zio Tommy. Poca monotonia, ed é forse per questo che il tempo vola. Si é creata poi una bella compagnia: Riccardo, Robert, Simone, Luca, lo Zio, Tony, noialtri scemi, qualche amica russa… Da prossimo mese avró poi piú tempo per dei viaggietti che mi sono prefissato di fare. Meglio di cosí…

martedì, aprile 15, 2008

Elezioni 2

Abbiamo seguito le elezioni con estrema freddezza, forse perché negli ultimi anni ci si deve forse piú vergognare di essere italiani che andarne fieri.
Comunque vedo che gli ITALIANI sono stati coerenti con se stessi: hanno scelto la via piú breve al SUICIDO COLLETTIVO. Bravi. Complimenti. Auguri.

domenica, aprile 13, 2008

Yalong Bay, Hainan

Breve vacanza per Alberto e me a Sanya, isola di Hainan, l’isola tropicale per le vacanze di orde di russi e cinesi, qualche occidentale (mosche bianche): natura, spiaggie bianchissime, acqua turchese da Caraibi. Abbiamo alloggiato al Holiday Inn sulla Yalong Bay, zona di resort molto curata e tranquilla. Ci siamo ricaricati le batterie in vista della feria di aprile che é alle porte e che porterá tanto lavoro, tanta fatica, tante serate a correre e correre e correre… Sanya come cittá invece é stata una delusione, abbastanza sporca e squallida, piena di russi e cinesi, un turismo volgare e chiassone, peggio dei come il mio grande amico Paolone gli chiamerebbe ITALIANI ALL’ESTERO. Insegne in cinese e russo. Sembra di essere a Mosca.
La campagna invece riflette in tutto e per tutto quella vietnamita, a cui ero abituato: bufali, campi di riso, paeselli sviluppati lungo la strada principale, scolaretti tutti abbronzati che tornano a casa, casupole rettangolari e fatiscenti con famigliola all’esterno che pranza, chiacchiera, gioca. Ci sembrava di tornare a “casa”.
Abbiamo visitato il Buddha gigante (statua che supera i 100m di altezza), qualche pagoda buddista, una ricreazione di un villaggio con la minoranza etnica dell’isola (trappola da turisti). Ci siamo divertiti a sparare cazzate, mi sono divorato il libro “in fondo agli occhi del gatto” di Serge Quadruppani (che consiglio), abbiamo mangiato pesce fresco, l’unica cosa che mancava per rendere questa vacanza ineccepibile è stata una cosa: la figa. Troppa poca gente, tutte coppiette. Purtroppo. Non sempre le cose vanno bene fino in fondo. Pazienza.