giovedì, dicembre 25, 2008

Giorno di Natale in Cina, il saluto di tre anime tormentate

Oggi insieme a Luca ed Andrea ho passato un pomeriggio di Natale orientale e completamente atipico nel nostro immaginario. Partiti in cerca della chiesa cattolica, per la quale il Luca aveva un indirizzo (non certo io, persona notoriamente blasfema, filobuddista e gran bestemmiatore, ne tanto meno Andrea, il quale ci ha confessato: “Sono 16 anni che non entro in una chiesa”).
Dopo le solite difficoltà di comprendonio con il tassista di turno ci ritroviamo ad un certo punto a camminare per dei vicoli che nel nostro immaginario potrebbero essere quelli di della Vecchia Cina, di vecchie casettine una a ridosso dell’altra e vicoli strettissimi al punto da permettere ai vicini di passarsi le cose da finestra a finestra. Deve essere proprio strano per questi vecchi cantonesi, seduti davanti dalle loro casupole a barcamenarsi con faccende quotidiane vedere questi 3 strani individui bianchi passeggiare per le loro viuzze. Si percepisce una celata curiosità. Noi d’altronde ci sentiamo un pó fuoriluogo, specialmente in questo periodo, ma la stravaganza delle circostanze rende la vita piú interessante, alle volte.
Troviamo la “chiesa”, chiaramente in ritardo per la funzione programmata per le ore 15.30. Non c’è nessuno. Beh, per lo meno la buona volontà ce l’abbiamo messa.
Ripieghiamo su una zona pedonale, una delle piú trafficate, come poi avremo modo di constatare, di Guangzhou. Migliaia e migliaia di giovani cinesi che acquistano vestiti negli innumerevoli negozietti, altri che mangiano gelati, frutta caramellata, spiedini di non so che animale, altri ancora che si fotografano (sembra lo sport nazionale da queste parti, tutti immancabilmente in posa con medio e indice messi a V). Una fiumana di giovani che vuole passare il tempo, divertirsi, vedere e farsi vedere.
E in mezzo noi tre: passiamo da momenti allegri e goliardici ad altri piú maliconici e introspettivi. D’altronde il Natale è un periodo per tirare le somme, per farsi dei propositi. Trovarsi una compagna o no? Continuare con la comoda vita da single? Come possiamo sfondare nel mercato cinese? Ma quanti anni ci facciamo ancora da queste parti?
Queste sono le alcune domande che ci siamo posti in questo pomeriggio natalizio. Siamo in cerca delle risposte, se mai ce ne saranno. Intanto vi auguriamo un Buon Natale da Guangzhou, Cina del Sud. Andrea, Alex e Luca


martedì, dicembre 23, 2008

Natale, fine anno 2008

2008 passato come un siluro, qui in Cina mi sembra di vivere alla velocitá della luce, in totale areodinamicitá. Sto invecchiando senza neanche accorgermene, gli anni vanno senza chiedermene il permesso, ed io in effetti per questo fatto incomincio anche un pó ad incazzarmi. Fermati, tempo di merda!
La cittá nel frattempo si é svuotata, naturalmente gli stranieri preferiscono passare il Natale nei propri paesi, con le proprie famiglie, magari al caldo di un caminetto acceso. Un tipico scenario da Walt Disney insomma. Le bestie che invece come me sono rimaste festeggiano un Natale atipico e malinconico, ma non per questo senza il calore umano che dovrebbe essere sprigionato da queste ricorrenze. Tante volte lo penso e lo sento dire anche da altri compagni di sventura: qui nella giungla i legami sono forse forzati dalle circostanze, ma tante volte sono legami che poi si fanno serrati. Certo a (rare) volte la nostalgia affiora, ma la compagnia non manca e essendo tutti imbarcati volontari in questa avventura chiamata Cina, ma che potrebbe chiamarsi con il nome di un altro paese ed è semplicemente il vivere “abroad”, la sintonia di pensieri non è rara, cosí come l’apertura mentale e alla fine ci si trova a discutere con propri simili. Bestie, come usiamo chiamarci qui. Lo zoo di Guangzhou: Manfredo, Luca, Simone, Tony, Andrea, lo Zio, Diego, Damiano, Ugo, Riccardo, Alessandra, Simona, Filippo, Benedetto, Alberto, Roberto, Gabrilli, Antonio…. tanti tanti altri personaggi, ma proprio personaggi da film tipo “The Big Lebowski”, ognuno con le sue (malsane) manie, ognuno con il proprio modo di porsi, ognuno con un suo (grande) cuore. La fortuna mia piú grande forse è proprio questa: avere la possibilitá di conoscere tanta gente in gamba, chi mi regala un sorriso, una risata, chi un complimento, chi una bella chiacchierata… il calore umano da queste parti non manca ed è questo che piú mi appaga, è per questo che mi alzo la mattina. Tutto il resto è relativo.
Buon Natale a tutti e grazie di cuore

P.S. Sto lavorando al mio libro su tutti voi, bestie. Il titolo sará “L'opera struggente di un formidabile perverso”. Non faccio prigionieri.



domenica, dicembre 07, 2008

Di nuovo in Cina

Di nuovo in Cina. Ieri festa di compleanno del nostro ristorante di Houjie.





giovedì, dicembre 04, 2008

Coming back

La situazione a Bangkok sembra sbloccata, la corte costituzionale tailandese ha dichiarato nullo il presente governo interdicendo il premier dalla scena politica del paese per 5 anni. Il normale funzionamento dell’aeroporto viene pian piano ripristinato, permettendo ai “poveri” turisti di tornare nei loro paesi. La Tailandia paga comunque a caro prezzo la propria situazione politica, mesi e mesi di scontri, proteste, disordini e il culmine con il blocco di uno dei piú trafficati aeroporto asiatici, che è costata alla nazione una cosa come 500 milioni di dollari, secondo un servizio Al Jazeera. I resort qui a Phuket lamentano cancellazioni di massa, un decremento del 50% degli arrivi rispetto all’anno precedente a detta di alcuni operatori. La situazione viene presa con rassegnato sconforto dai thai stessi e con una punta di vergogna verso chi come me visita il loro paese e viene colto da questi imprevisti. E ad imbarazzarmi sono invece io stesso. Loro a dover fare i conti con una crisi abbastanza drammatica e a chiedere scusa a me, che sono in ferie e mi sto godendo le loro meraviglie.
Comunque il volo è prenotato, direzione Bangkok e poi Hong Kong, giorno 5 dicembre. Dalla Tailandia te ne vai sempre con un punta di malinconica tristezza, fai presto ad affezionarti al posto, alla loro gente, alle loro maniere.

lunedì, dicembre 01, 2008

Phuket - Patong beach

Destinazione finale raggiunta: Patong Beach a Phuket, simbolo forse della Thailandia turistica, i massaggi seri e semiseri, i negozi che vendono tutto a basso prezzo, i transessuali (kathoey) che offrono servizi indimenticabili (ci credo sulla parola…), i ristorantini e bar all’aperto, i suoi turisti di ogni tipo, dal backpacker all’inglese rozzo e ubriaco, alla famigliola, ai gruppi di ragazze dal nord Europa. Siamo dunque qui e ci godiamo ultimi giorni di relax, senza peraltro sapere quando potremo rientrare, dato che a Bangkok hanno bloccato l’aeroporto da una settimana e tutti i voli per Hong Kong sembrano essere di conseguenza pieni. Purtroppo questa protesta sta mettendo in ginocchio il settore turistico e molti operatori di questo settore sono non poco preoccupati. Giá la crisi mondiale finanziaria ha diminuito non poco gli arrivi in questo paradiso della vacanza, adesso seguiranno massicce perdite di posti di lavoro. Dispiace anche vedere la gente del posto quasi rassegnata alla propria sfortuna. C’è una maglietta che viene venduta come tante altre in tema Thailandia qui nei mercatini che riepiloga tutte gli eventi che hanno colpito questo paese: SARS, aviaria, tsunami, terremoto e alla fine c’è scritto: What’s next?? Io ci metterei proprio questo blocco dell’aeroporto, che ogni giorno ha un impatto notevole in termini di soldi e immagine, indipendentemente dalle ragioni dei manifestanti.
Comunque la Thailandia rimane per adesso il paese che adoro di piú in Asia, con la gentilezza della sua gente, con i suoi ottimi servizi, le sue spiaggia paradisiache, la sua enorme offerta culinaria, il popolo strambo che la affolla, le sue meravigliose ragazze. Prima o poi verró a viverci, me lo riprometto. Questione di pochi anni.