giovedì, dicembre 03, 2009

Vientiane

Vientiane, 250mila abitanti, cittadina molto tranquilla a dispetto di quello che diceva la mia guida: " Vientiane very very busy, you cannot relax.." vieni a Guangzhou, vorrei dirli adesso dopo aver vissuto per 5 giorni questa piccola capitale tropicale, la piú a misura d'uomo a mio modesto parere in queste latitudini. Strade pulite, vecchie ville francesi ancora ben tenute, molti templi buddisti. A differenza di altre cittá sudest-asiatiche non si subisce l'assillo di venditori, taxi, tuk tuk. La gente qui é molto piú discreta, meno invadente. Sono riuscito a passare qualche giorno in compagnia di Alberto, mio compagno di sventure in Cina per 2 anni. Proveniva dall'Italia ed era diretto in Vietnam. É stata la giusta conclusione di un bellissimo viaggio.

venerdì, novembre 27, 2009

1000 km di Laos in moto

Avevo trovato l'offerta di questo giro su Internet, informandomi sul Laos, visto che volevo visitarlo: 1000km in Enduro per le montagne del Laos, da Luang Prabang per arrivare fino a Vientiane. Il giro era rivolto a "experienced drivers" e visto che io di esperienza ne ho pari a ZERO mi sono detto: perché no? E allora passato per Hanoi mi ritrovo a Luang Prabang, dove inizia la mia avventura.


23.11.2009
Luang Prabang - Vieng Thong

Occhi arrossati, polmoni pieni di polvere e sorriso sulle labbra. Così arrivo dopo 6 ore e mezza di viaggio in moto, di cui 3 su strada sterrata, in tutto 230km, da Luang Prabang a Vieng Thong, piccolo villaggio montanaro. Questo viaggio, mi porterà a Vientiane in 5 giorni, passando per Sam Neua, Vieng Xay, Phonsavan e Vang Vieng. Tutto in sella ad una Honda Baja 250. La guida che mi accompagna si chiama Pam, un giovane laotiano che ho già soprannominato Valentino, perché nella sola prima tappa ha già collezionato 3 cadute dal suo mezzo e in più ad un certo punto si é anche slacciato il portapacchi facendoli volare lo zaino. Non era il suo giorno fortunato, evidentemente. Quando gli ho poi fatto presente che era la prima volta che mi avventuravo in un viaggio del genere in moto mi ha risposto dicendo che la mia guida non é per niente male. Se lo dice lui.... io mi sono toccato i coglioni.

La regione che abbiamo percorso é stata una delle aree più pesantemente bombardate durante la guerra d'Indocina e sembra difficile crederlo ammirandone i scenari a dir poco meravigliosi, colline e montagne coperte da fitte boscaglia interrotta quá e lá da campi coltivati e casette di legna. Colpisce il contrasto di colori tra il blu intenso del cielo, il verde acceso della natura e il rosso del terriccio del strada sulla quale ci facciamo avanti. Attraversando i villaggi, che finora avevo soltanto visto nei film di guerra sul Vietnam e che consistono in qualche casupola di legno e qualche campo coltivato, c'é sempre una fiumana di bambini che accorre per salutare il "farang", lo straniero, che passa. Per loro é un avvenimento.

La cena, peraltro ottima, a base di zuppa, carne e "sticky rice" la consumiamo, io e "Valentino" Pam, in compagnia di una coppia di stranieri, anche loro di passaggio a Vieng Thong: una ragazza per metá italiana e metá svizzera e il ragazzo svizzero. Sono in viaggio da mesi e hanno attraversato tutta la Cina passando poi per il Vietnam.

Per cui a Vieng Thong il 23 novembre 2009 si é parlato inglese, lao, italiano, dialetto sudtirolese e dialetto svizzero. E si é bevuto Beerlao. Viaggiare é sopratutto bello per gli incontri che si fanno.

E domani mattina si riparte.




24.11.2009
Vieng Thong - Sam Neua - Vieng Xau

Anche oggi il mio culo ha dovuto subire 6 ore di motocicletta, circa 240km. E gli occhi hanno ringraziato nuovamente, perché anche oggi gli si é presentato uno spettacolo mozzafiato. Partiamo la mattina verso le 8 dopo una colazione a base di brodo e noodles. Dobbiamo attraversare una regione montagnosa, su strada asfaltata, piena di curve, per ben 180 km fino a Sam Neua, nella zona meno visitata del Laos, ai confini con il Vietnam. La foschia mattutina ci bagna completamente e la visibilitá non é delle migliori. Ma quando "buchiamo" la foschia, arrivati in cima al primo passo montagnoso da percorrere lo spettacolo é magnifico. E da lí in poi é uno sali e scendi per queste strade di montagna. Altri villaggi, altri bambini che urlano e salutano. E finalmente godo un pó degli odori, che tanto mi ricordano casa. I campi, la boscaglia bagnata del mattino, l'odore del legno...
Arrivati a Sam Neua ci registriamo presso la Guest House che per oggi sará la nostra dimora, e poi ripartiamo subito verso Vieng Xau, ai confini con il Vietnam, durante la guerra d'Indocina sede del partito rivoluzionario Phatet Lao, che poi ha preso il potere e lo detiene tuttora. Nella zona ci sono una dozzina di caverne che usavano come rifugio antiaereo e dove avevano stabilito le varie sedi, scuole, ospedali.
La regione é piena di formazioni carsiche, simili a quelle che ho giá visitato nel Guangxi in Cina. Molto suggestivo anche qui lo scenario.
Valentino é in netto miglioramento: oggi é caduto soltanto una volta. Io avevo visto che quel tornante era bagnato. Lui no. E pluff.... Ormai devo trattenermi dal ridere, poveretto. Poi ha rischiato di farsi prendere sotto da un camion e ha quasi spiattellato sull'asfalto un cane che riposava in mezzo alla strada. Ad un certo punto gli é volato un sacchetto dal portapacchi: le ciabatte. Grande Valentino....
Domani altra sfaticata da Sam Neua a Phonsavan.





25.11.2009
Sam Neua - Phonsavan - Plain of Jars

Per colazione oggi ero ospite di una famiglia Hmong, parenti di Valentino. Casetta a dir poco spartana alle porte di Sam Neua, nello stile Hmong appunto, minoranza etnica del Laos, Cina, Vietnam, Thailandia e Birmania. Avevo giá visitato un loro villaggio nel Guanxi. Popolo montanaro, umile, dignitoso e fiero. La colazione viene preparata su un fuoco all'aperto, davanti a casa: carne di maiale alla griglia e riso. Bisogna nutrirsi la mattina, in montagna. Il maiale molto succulento, vicino ai nostri sapori. L'uomo di casa, che peraltro ha anche preparato la colazione, é un appassionato di calcio e si é appena comperato un paio di scarpette Adidas, da calcio appunto. Ci guardiamo assieme i risultati di Champions, perché infatti nonostante sia una baracca 3 metri per 4 il satellite non manca. Meno male che mi perdo la sintesi dell'incontro tra Barcellona e Inter...
Poi partiamo e altre 4 ore di sali-scendi in zona montagnosa, il fisico incomincia a sentire la fatica quando all'improvviso ci si apre un altipiano larghissimo. Manca poco a Phonsavan dove arriviamo verso le 14; ripartiamo quasi subito per la famosa piana delle giare, una zona con disseminate migliaia di giare in pietra la cui provenienza rimane uno dei misteri archeologici del Laos: non si sa né perché sono lí, né chi le ha fatte fare. La stessa zona é ancora disseminata di mine e bombe inesplose, eredità degli americani, che durante la guerra del Vietnam hanno attuato una guerra segreta mai dichiarata, e di cui ancora tanta gente non sa assolutamente niente. Per cui i sentieri sono demarcati e le zone non sicure o non ancora bonificate sono off limits.
Alloggiamo al Maly Hotel, adesso di proprietà della graziosa figlia di Sousath Phetrasy, colui che per primo ha iniziato la bonifica della piana delle giare dal materiale inesploso, proprio per rendere la zona accessibile al pubblico. Nel Laos, infatti, sono state sganciate piú di 2 milioni di tonnellate di bombe in 9 anni, superando cosí addirittura il totale delle bombe sganciate durante tutta la seconda guerra mondiale. Senza che nessun giornale ne parlasse, senza che nessuno in occidente sapesse niente. Pazzesco. Nella piana delle giare ci sono crateri che ne testimoniano i fatti. Allo stesso Maly Hotel c'é una parete addobbata con armi, bombe e mine americane, sempre provenienti dalle bonifiche effettuate dal sig. Sousath Phetrasy. E ogni sera viene proiettato un film, The Ravens, che parla appunto dei militari americani, che in segreto operavano in Laos.
Giornata eccezionale per Valentino: zero cadute dal mezzo, da registrare solo un'uscita di strada a causa di un camioncino alquanto spericolato.






26.11.2009
Phonsavan - Vang Vieng

4 ore per 200km circa per la penultima tappa di questo mio giro. Dolci curve e lunghi rettilinei per arrivare in provincia di Vientiane, dove il paesaggio cambia in grosse formazioni carsiche e fitte foreste. Arriviamo a Vang Vieng nel primo pomeriggio. Per Valentino prova ineccepibile quest'oggi, nessuna caduta e nessuna creatura messa a repentaglio dalla sua guida.
Meta del turismo backpacker, Vang Vieng é piena di ristorantini/bar che propongono quasi tutti lo stesso menu con western food (hamburger, sandwich, pizza, ecc..), gli immancabili piatti thai e lao e... alcol a volontá, in tutti i gusti e misure. Assieme ad una amica messicana ho "comperato" un secchiello (di quelli da spiaggia) di cuba libre... il 90% della gente qui é o sballata o ubriaca, ed é sopratutto per questo che si viene a Vang Vieng. Una delle attività piú popolari é scendere il corso del fiume Hoang con una camera d'aria di un trattore, e nel tragitto di 3,5km ci sono varie tappe/baretti dove bere, ballare, fare amicizie, ecc... per cui arrivata la sera il popolo festaiolo é già bella cucinato e si tira il colpo finale nei bar. La parola d'ordine di Vang Vieng é PARTY! Dal pomeriggio fino a notte fonda.
Vang Vieng offre comunque anche un paesaggio incantevole fatto di gigantesche formazioni carsiche; per chi é appassionato di natura poi ci sono offerte di ogni tipo, dalla scalata, al giro in mountain bike, al rafting, alla canoa. Io ho scelto... l'ozio. Ho il culo rotto, figurati se vado anche in bicicletta.




27.11.2009
Vang Vieng - Vientiane

Tappa conclusiva di questo mio giro, pianura, tanto rettilineo, il caldo tropicale si fa sentire, comunque 2,5 ore e arrivo a Vientiane. Anche oggi Valentino prova ineccepibile, si vede che le cadute dei primi giorni gli hanno consigliato piú prudenza.
Che dire per concludere? Sono ancora frastornato dalle emozioni che mi ha dato questo viaggio, per la gente che ho incontrato, per i posti che ho visto e per il modo in cui gli ho vissuti. Scoprire il Laos in questa maniera mi ha permesso assaporarne tutto il suo splendore, e vi assicuro, é un paese veramente incantevole.

Ora mi aspetta Vientiane e le sue nottate che a detta di alcuni offre cose moooolto interessanti.



domenica, novembre 22, 2009

Luang Prabang di sera

Il tramonto sul Mekong, i monaci buddisti in preghiera.... a Luang Prabang di sera si respira un'atmosfera incredibile. L'Asia che amo.



sabato, novembre 21, 2009

Kuang Si falls

A ca.30km da Luang Prabang c'é questo spettacolo della natura chiamato Kuang Si.




venerdì, novembre 20, 2009

Loro

Stamattina mi sono alzato all'alba, verso le 5.30 per andar ad assistere la tanto pubblicizzata processione mattutina dei monaci buddisti che raccolgono le offerte dalla gente per strada. É una routine, piú che una vero e proprio avvenimento. La gente, donando, cerca di acquisire meriti. Per i monaci/novizi, é un modo per sostentare la vita nei templi.
Volevo scattare qualche foto, tenendomi a debita distanza, per discrezione. E cosí ho fatto. Vedendo questi gruppacci di turisti di ogni tipo scattare foto a 2 metri di distanza, come se fossero allo zoo... mi ha fatto proprio vergognare. E incazzare. Che gentaglia che riusciamo ad essere.
... come quello sbarbatello inglese che ho incrociato per strada, inginocchiato in attesa di poter anche lui contribuire alla famigerata processione. In canottiera e pantaloncini e al seguito tanto di servetto laotiano che scatterà le ambite foto da far vedere a papá e mamma, e amici. Sento giá le frasi che dirai, il coglione: Ho vissuto come vivono loro. Testa di cazzo, fai tanto il buddista e neanche sai che per rispetto devi coprire spalle e gambe? E loro cosa? Come vuoi che vivano loro?? Come tutti: si alzano la mattina per andare a lavorare, mangiano, cagano, scopano e poi vanno a dormire.
... e la cicciona australiana, a due metri dal novizio con la sua cazzo di digitale, flash attivo ad accecare tutti. E ovviamente altri che l'hanno presa ad esempio. Cosí ti ritrovi ad assistere non alla processione dei novizi, ma assisti al festival di stupidità messo in mostra da noi turisti del cazzo occidentali.
Facciamo pena noi escursionisti della domenica occidentali, cerchiamo sempre di dare un senso mistico ai nostri viaggi, quando l'unico senso é quello di scappare per 2/3 settimane dalle nostre lineari, noiose, miserabili vite. E allora giù ad invidiare la contadinella nel campo di riso, con i piedi nudi nel fango 10 ore al giorno, tra merda, piscio e serpenti. Perché lei fa una vita genuina, vive secondo i ritmi naturali del tempo. Sono poveri ma felici. Quante di queste stronzate si sentono...
Mi sono svegliato presto oggi, alle 5.30. Per questo che l'umore non é dei migliori, forse...


giovedì, novembre 19, 2009

Luang Prabang, prime impressioni

Sembra quasi che le mie bestemmie in Vietnam riguardo ai clacson siano state ascoltate. O più semplicemente i laotiani hanno il carattere più mite, più rispettoso verso il prossimo. Sarà un fatto culturale, ma qui non si sente suonare un clacson neanche nel momento dove sarebbe piú ovvio sentirlo. E che pace.
Arrivare a Luang Prabang é un pó come arrivare a Siem Reap, atterri ad un minuscolo aeroporto, sorvolandola direttamente, questa piccola cittadina, che ora é patrimonio mondiale dell'umanità. 26mila anime, architettura coloniale francese, 700m di altitudine, incastonata fra le montagne, Luang Prabang é veramente molto molto pittoresca e tranquilla, una meta molto gettonata per quelli che vengono in Indocina.
Purtroppo il cielo nuvoloso di questi primi due giorni non mi hanno permesso di scattare le foto che volevo, ma comunque qualcosina é venuto fuori dalla mia fedele compagna. la mia Canon. Mi sono goduto il tempo in relax, passeggiando per la cittadina, visitando quasi tutti i templi, pagode, musei che ci sono da visitare. Mi manca ancora una bella foto dal tempio Phu Si, in cima alla collina che domina Luang Prabang, vedremo se domani il tempio lo permetterà.
L'offerta gastronomica di Luang Prabang é quella che si trova in ogni altro posto da "backpacker" qui in Asia: collazione con pancake o sandwich o continental breakfast, lunch e dinner con i vari fried noodles o fried rice + pork/chicken/seafood. Peró... ci sono anche buone offerte di cibo laotiano/luang-parbanghese (se così si può dire). Non male, simile al Vietnamita. Ho provato la salsiccia di bufalo, davvero niente male. E come ogni altro posto nel Sud-Est-Asiatico la birra locale va giù che é una meraviglia....







mercoledì, novembre 18, 2009

Un giorno ad Hanoi, Vietnam

Decido di fermarmi un giorno ad Hanoi, prima di prendere il volo per Luang Prabang. Una giornata nella caotica capitale vietnamita per visitarla, sbrigativamente, e scattare alcune foto. Arrivo la sera tardi. Il tassista che dall'aeroporto mi porta in albergo come suoneria del telefonino non ha niente di meno che di "Notti Magiche" di Edoardo Bennato. Sorrido. Questi vietnamiti, non finiranno mai di stupirmi, dove cazzo l'avrà trovata, sentita, scaricata?? La nostra corsa viene rallentata da due incidenti, abbastanza gravi sembra, coinvolti, come sempre, dei motorini. Nulla é cambiato.

Arrivo in albergo nel quartiere vecchio, mi sistemo, e dormo quasi subito. La giornata successiva la passo a gironzolare per il quartiere vecchio, visitando qualche immancabile sito di interesse turistico, ma per la maggior parte del tempo mi ritroverò a fotografare lo scorrere caotico della vita nelle vie e viuzze. Molto pittoresco, fotocopia di ogni altro posto in Vietnam, con la differenza che Hanoi mostra degli angoli forse più suggestivi, mantiene ancora quel fascino di decadenza coloniale. Il traffico é quello di sempre: fiumi di motorini, milioni di dita che pigiano milioni di clacson, traffico ingarbugliato senza regole, gente affaccendata e altra pigramente sdraiata fuori e dentro ai negozi, ristoranti, officine, ecc. A fine giornata avrò collezionato un mal di testa assurdo, per lo smog e per il frastuono. E faccio anche fatica ad addormentarmi visto che lo schiamazzo stradale non si arresta fino a tarda notte. Sto invecchiando...
Il Vietnam é cosí, come una bella ragazza. Ti piace, ma ti fa sempre incazzare.