giovedì, dicembre 25, 2008

Giorno di Natale in Cina, il saluto di tre anime tormentate

Oggi insieme a Luca ed Andrea ho passato un pomeriggio di Natale orientale e completamente atipico nel nostro immaginario. Partiti in cerca della chiesa cattolica, per la quale il Luca aveva un indirizzo (non certo io, persona notoriamente blasfema, filobuddista e gran bestemmiatore, ne tanto meno Andrea, il quale ci ha confessato: “Sono 16 anni che non entro in una chiesa”).
Dopo le solite difficoltà di comprendonio con il tassista di turno ci ritroviamo ad un certo punto a camminare per dei vicoli che nel nostro immaginario potrebbero essere quelli di della Vecchia Cina, di vecchie casettine una a ridosso dell’altra e vicoli strettissimi al punto da permettere ai vicini di passarsi le cose da finestra a finestra. Deve essere proprio strano per questi vecchi cantonesi, seduti davanti dalle loro casupole a barcamenarsi con faccende quotidiane vedere questi 3 strani individui bianchi passeggiare per le loro viuzze. Si percepisce una celata curiosità. Noi d’altronde ci sentiamo un pó fuoriluogo, specialmente in questo periodo, ma la stravaganza delle circostanze rende la vita piú interessante, alle volte.
Troviamo la “chiesa”, chiaramente in ritardo per la funzione programmata per le ore 15.30. Non c’è nessuno. Beh, per lo meno la buona volontà ce l’abbiamo messa.
Ripieghiamo su una zona pedonale, una delle piú trafficate, come poi avremo modo di constatare, di Guangzhou. Migliaia e migliaia di giovani cinesi che acquistano vestiti negli innumerevoli negozietti, altri che mangiano gelati, frutta caramellata, spiedini di non so che animale, altri ancora che si fotografano (sembra lo sport nazionale da queste parti, tutti immancabilmente in posa con medio e indice messi a V). Una fiumana di giovani che vuole passare il tempo, divertirsi, vedere e farsi vedere.
E in mezzo noi tre: passiamo da momenti allegri e goliardici ad altri piú maliconici e introspettivi. D’altronde il Natale è un periodo per tirare le somme, per farsi dei propositi. Trovarsi una compagna o no? Continuare con la comoda vita da single? Come possiamo sfondare nel mercato cinese? Ma quanti anni ci facciamo ancora da queste parti?
Queste sono le alcune domande che ci siamo posti in questo pomeriggio natalizio. Siamo in cerca delle risposte, se mai ce ne saranno. Intanto vi auguriamo un Buon Natale da Guangzhou, Cina del Sud. Andrea, Alex e Luca


martedì, dicembre 23, 2008

Natale, fine anno 2008

2008 passato come un siluro, qui in Cina mi sembra di vivere alla velocitá della luce, in totale areodinamicitá. Sto invecchiando senza neanche accorgermene, gli anni vanno senza chiedermene il permesso, ed io in effetti per questo fatto incomincio anche un pó ad incazzarmi. Fermati, tempo di merda!
La cittá nel frattempo si é svuotata, naturalmente gli stranieri preferiscono passare il Natale nei propri paesi, con le proprie famiglie, magari al caldo di un caminetto acceso. Un tipico scenario da Walt Disney insomma. Le bestie che invece come me sono rimaste festeggiano un Natale atipico e malinconico, ma non per questo senza il calore umano che dovrebbe essere sprigionato da queste ricorrenze. Tante volte lo penso e lo sento dire anche da altri compagni di sventura: qui nella giungla i legami sono forse forzati dalle circostanze, ma tante volte sono legami che poi si fanno serrati. Certo a (rare) volte la nostalgia affiora, ma la compagnia non manca e essendo tutti imbarcati volontari in questa avventura chiamata Cina, ma che potrebbe chiamarsi con il nome di un altro paese ed è semplicemente il vivere “abroad”, la sintonia di pensieri non è rara, cosí come l’apertura mentale e alla fine ci si trova a discutere con propri simili. Bestie, come usiamo chiamarci qui. Lo zoo di Guangzhou: Manfredo, Luca, Simone, Tony, Andrea, lo Zio, Diego, Damiano, Ugo, Riccardo, Alessandra, Simona, Filippo, Benedetto, Alberto, Roberto, Gabrilli, Antonio…. tanti tanti altri personaggi, ma proprio personaggi da film tipo “The Big Lebowski”, ognuno con le sue (malsane) manie, ognuno con il proprio modo di porsi, ognuno con un suo (grande) cuore. La fortuna mia piú grande forse è proprio questa: avere la possibilitá di conoscere tanta gente in gamba, chi mi regala un sorriso, una risata, chi un complimento, chi una bella chiacchierata… il calore umano da queste parti non manca ed è questo che piú mi appaga, è per questo che mi alzo la mattina. Tutto il resto è relativo.
Buon Natale a tutti e grazie di cuore

P.S. Sto lavorando al mio libro su tutti voi, bestie. Il titolo sará “L'opera struggente di un formidabile perverso”. Non faccio prigionieri.



domenica, dicembre 07, 2008

Di nuovo in Cina

Di nuovo in Cina. Ieri festa di compleanno del nostro ristorante di Houjie.





giovedì, dicembre 04, 2008

Coming back

La situazione a Bangkok sembra sbloccata, la corte costituzionale tailandese ha dichiarato nullo il presente governo interdicendo il premier dalla scena politica del paese per 5 anni. Il normale funzionamento dell’aeroporto viene pian piano ripristinato, permettendo ai “poveri” turisti di tornare nei loro paesi. La Tailandia paga comunque a caro prezzo la propria situazione politica, mesi e mesi di scontri, proteste, disordini e il culmine con il blocco di uno dei piú trafficati aeroporto asiatici, che è costata alla nazione una cosa come 500 milioni di dollari, secondo un servizio Al Jazeera. I resort qui a Phuket lamentano cancellazioni di massa, un decremento del 50% degli arrivi rispetto all’anno precedente a detta di alcuni operatori. La situazione viene presa con rassegnato sconforto dai thai stessi e con una punta di vergogna verso chi come me visita il loro paese e viene colto da questi imprevisti. E ad imbarazzarmi sono invece io stesso. Loro a dover fare i conti con una crisi abbastanza drammatica e a chiedere scusa a me, che sono in ferie e mi sto godendo le loro meraviglie.
Comunque il volo è prenotato, direzione Bangkok e poi Hong Kong, giorno 5 dicembre. Dalla Tailandia te ne vai sempre con un punta di malinconica tristezza, fai presto ad affezionarti al posto, alla loro gente, alle loro maniere.

lunedì, dicembre 01, 2008

Phuket - Patong beach

Destinazione finale raggiunta: Patong Beach a Phuket, simbolo forse della Thailandia turistica, i massaggi seri e semiseri, i negozi che vendono tutto a basso prezzo, i transessuali (kathoey) che offrono servizi indimenticabili (ci credo sulla parola…), i ristorantini e bar all’aperto, i suoi turisti di ogni tipo, dal backpacker all’inglese rozzo e ubriaco, alla famigliola, ai gruppi di ragazze dal nord Europa. Siamo dunque qui e ci godiamo ultimi giorni di relax, senza peraltro sapere quando potremo rientrare, dato che a Bangkok hanno bloccato l’aeroporto da una settimana e tutti i voli per Hong Kong sembrano essere di conseguenza pieni. Purtroppo questa protesta sta mettendo in ginocchio il settore turistico e molti operatori di questo settore sono non poco preoccupati. Giá la crisi mondiale finanziaria ha diminuito non poco gli arrivi in questo paradiso della vacanza, adesso seguiranno massicce perdite di posti di lavoro. Dispiace anche vedere la gente del posto quasi rassegnata alla propria sfortuna. C’è una maglietta che viene venduta come tante altre in tema Thailandia qui nei mercatini che riepiloga tutte gli eventi che hanno colpito questo paese: SARS, aviaria, tsunami, terremoto e alla fine c’è scritto: What’s next?? Io ci metterei proprio questo blocco dell’aeroporto, che ogni giorno ha un impatto notevole in termini di soldi e immagine, indipendentemente dalle ragioni dei manifestanti.
Comunque la Thailandia rimane per adesso il paese che adoro di piú in Asia, con la gentilezza della sua gente, con i suoi ottimi servizi, le sue spiaggia paradisiache, la sua enorme offerta culinaria, il popolo strambo che la affolla, le sue meravigliose ragazze. Prima o poi verró a viverci, me lo riprometto. Questione di pochi anni.

sabato, novembre 29, 2008

Koh Lanta - Koh Phi Phi

Il viaggio da Koh Lipe a Koh Lanta, sempre in speedboat, é stato meno duro di quanto prospettato, le tre ore sono volate nonostante il mare in alcuni tratti abbastanza mosso. Stavolta ci siamo seduti in fondo… A Koh Lanta abbiamo alloggiato press oil Clean Beach Resort, bungalow a due passi dalla spiaggia, buon ristorante, buoni cocktail soprattutto: gli abbiamo provati praticamente tutti in una sera, sotto lo stupito sguardo del personale. Lanta é un bel posto dove passare qualche giorno in completo relax, ci sono dei bei baretti da chillout sulla spiaggia, offrono musica, stuoie e cuscini dove sdraiarsi, wireless per chi come me ha bisogno di internet (io lavoro, e che credete che sono in ferie??), buon cibo thai e non, drinks e cocktails.
Il viaggio da Lanta a Phi Phi dura circa 1 oretta in barca. Abbiamo fatto un giro turistico con le tipiche barchette thai per Phi Phi Leh, visitando la spiaggia resa famosa dal film “the beach” Maya Bay: a dir poco spettacolare, peccato che sia assaltata da migliaia di turisti, ma vale comunque la pena farsi prendere dai colori che la natura ci offre in questo meraviglioso posto. Alloggiamo al Andaman Beach Resort, sull’isola Phi Phi Don. Anche qui bei baretti sulla spiaggia, anche qui questa atmosfera backpacker/alternativa/reagge/chillout, thai coi rasta, tattuaggi, infradito, thai pancake, birra singha, marijuana, fuochi in spiaggia. E vorresti che questo momento di relax durasse di piú…






giovedì, novembre 27, 2008

Koh Lipe

Il viaggio in speedboat é una cosa che bisogna provare, ma non sedendosi dietro, ma nei primi posti come abbiamo fatto noi: un su e giú ad ogni piccola onda, a tutta velocità. Divertente.
Arrivati a Koh Lipe ci assale subito la bellezza di questa isoletta thai: mare verde chiaro, spiagge bianche. É molto piccola come isola, ci sono alcuni resorts, ristoranti e bar, tutto ovviamente sulla spiaggia. Prossima destinazione Koh Lanta.




martedì, novembre 25, 2008

Langkawi

Langkawi é un piccolo gioiello di isola malese, vicino al confine con la Thailandia. Poca vita notturna, qulche bel ristorante, tra cui consigliamo vivamente l”Osteria, ristorante italiano dove ci siamo riempiti di pesce e vino bianco, belle spiaggie, mare verde-azzurro da cartolina. L’isola é poi abitata da moltissime aquile, che si vedono roteare in cielo e infatti anche il nome sembra derivi da questo. Ci siamo fermati due notti, per poi prendere uno speedboat diretto a Koh Lipe. Thailandia.



lunedì, novembre 24, 2008

interessi comuni

Oggi si parte per Langkawi. Continua la nostra vacanzetta all'insegna degli interessi comuni. Ecco la foto del mio amico Didi davanti al suo negozio preferito.

domenica, novembre 23, 2008

Penang, isola e stato malese, ex colonia britannica. Il mare non é un granché ma il posto si offre come punti di partenza per altri paradisi torpicali come Langkawi, isola che raggiungeremo domani in 2 ore e mezza circa di battello. Vomiteremo, lo so giá: il mare é mosso, e le birrette che io e Didi stiamo consumando inizia a salire vertiginosamente di numero. Poco male. Siamo in ferie.
Ecco alcune foto di Penang:
e qui tutto il set






sabato, novembre 22, 2008

Kuala Lumpur

Giornata a Kuala Lumpur, forse poco per la capitale della Malesia, ma la voglia di mare, di spiaggia e di tropici si fa sentire. Arriviamo a KL nel pieno del traffico serale del venerdí, assfissiante usando un eufemismo, 5 metri 5!! al minuto. La prendiamo con filosofia, d’altronde non abbiamo grandi alternative… La cittá si presenta comunque esteticamente armoniosa, alternando vecchie costruzioni coloniali a ultramoderni grattacieli fino ad arrivare alle imponenti Petronas Tower, che avremo poi visitato il giorno dopo. Interessante é il melting pot di culture e razze: indiani, malesi, cinesi, europei, mussulmani, indú, buddisti e cristiani. A primo impatto sembra che la convivenza scorra senza troppi problemi e ci sia un rispetto reciproco tra tutti quanti. Certo non si puó dire dopo un giorno, chiederó poi al mio amico Andrea, che qui ci é vissuto un buon mezza anno. L’inglese é parlato da tutti, cosa che rende tutto molto piú semplice, a differenza delle enormi difficoltá che lo straniero riscontra in Cina. Abbiamo visitato le Petronas Twin Towers, Chinatown, abbiamo bighellonato per Bukit Bintang e abbiamo cenato nella zona dello Sheraton Imperial Hotel. Bella cittá non c’é che dire…






giovedì, novembre 20, 2008

inizia la vacanza

Ieri é iniziata la mia vacanza che, insieme a miei amici Didi e Pal, mi porterá in Malesia e Thailandia. Iniziando da Hong Kong non potevamo non andare al Peak, a Soho, a Lang Kwai Fong e ovviamente al Fenwick a Wan Chai....
Questa foto é stata scattata al Balalaika, ristorante e bar russo a Lang Kwai Fong, che dispone di cella firgo dove degustare diversi tipi di Vodka. Da provare!

venerdì, novembre 07, 2008

incomprensione

Uno dei problemi piú estenuanti che dobbiamo affrontare noi espatriati qui in Cina é l’incomprensione. Alle volte non basta sapere la loro lingua per farsi capire (e per capirli), perché sono proprio due modi di pensare e vedere le cose completamente diversi che si scontrano. E non ne viene fuori nulla.
Stamattina, mentre mi preparavo per andare al ristorante mi sono accorto che il giorno prima il servizio di lavanderia non mi aveva restituito tutte le camicie che avevo portato a lavare. “Oh cazzo, adesso mi tocca andare a litigare…” Parto con questo pensiero sconfortante. Arrivo alla lavanderia, espongo il mio problema. La tipa mi fa: “ impossibile, ti abbiamo restituito tutto, guarda bene, ci dovrebbe essere una camicia sopra l’altra.” Torno a casa, controllo, nulla di fatto ovviamente. Le camicie mancano ancora all’appello. A questo punto chiamo la mia assistente, io non ho troppo voglia di litigare penso, faccio fare a lei. Arriva subito e insieme andiamo alla lavanderia. Riespongo il problema dicendo che a casa non ho trovato quello che cercavo. Il foglietto dice 7 camicie da ritirare, io ne ho solo ricevute 5. Tutti incominciano pian piano ad alzare la voce, la mia assistente, la tipa della lavanderia, le mie bestemmie. Ad un certo punto la tipa cambia versione, io una camicia l’ho portata rotta e l’ho fatta buttare via da loro, mentre la seconda che cerco ce la devo avere sicuramente a casa. COSAAAA? Io porto una camicia in lavanderia, è rotta, pago per lavarla e dico di buttarla, ma che cosa sono completamente rincoglionito??! Incomincia ad andarmi il sangue alla testa. Si passa agli insulti, prima in cinese. Poi in inglese. E poi in italiano. Vi risparmio le frasi. Dopo 30 minuti buoni di accesissima discussione, con tanto di pubblico che si ferma in strada a guardare, con la tipa che continua a puntare sulla ricevuta della lavanderia, che mi accorgo che quella non è la mia firma. Ma porc.. “Quella non è la mia firma!” urlo. Tutti zitti. “Ma tu chi sei?” fa la tipa. La mia assistente dice il mio nome cinese. AAAHHHH pensavo fossi un altro, qua c’è la tua roba e tira fuori le mie camicie mancanti. Ma vaff….

lunedì, ottobre 27, 2008

Sleeping in China

Una cosa che contraddistingue i cinesi (e vietnamiti) dai noi é la capacità di poter dormire in qualsiasi situazione, a qualsiasi ora del giorno, in qualsiasi luogo si trovino. Ci sono i siti internet specializzati nel genere (www.sleepingchinese.com). Io per farvi un esempio non sono dovuto andare lontano, giusto fuori dal ristorante c'é un piccolo negozietto di giocattoli e cazzate varie. Ecco a voi il commesso nella sua siesta pomeridiana...


e questo invece é un video che abbiamo girato non tanto tempo fa:


mercoledì, ottobre 08, 2008

japanese food

Ieri cena al ristorante giapponese Tsubaki, dove per soli 20 euro a testa un cuoco personale ci ha preparato diversi tipi di pietanze davanti al naso. Molto buono. Il tipo di cucina dovrebbe chiamarsi "teppanyaki". A Luca l'onore di aver trovato il posto. Serata degnamente finita davanti ad una birra rossa al pub irlandese Hooley's.

P.S. Caro Tony, dispiace che tu non abbia avuto tempo di venire. Comunque siccome noi siamo degli amici veri, abbiamo documentato il tutto con questo video, Manfredo ha fatto delle foto. Non ringraziarci, lo sai che puoi contare su di noi...







mercoledì, ottobre 01, 2008

giornata nera

La vita ti mette davanti a degli ostacoli, alle volte. Bisogna farsi forza e guardare avanti. Se non lo si riesce a superare quell’ostacolo, lo si deve aggirare. Cambiando strada alle volte. La vita, fortunatamente non é una corsia obbligata, e la piacevole e rassicurante consuetudine di quella corsia puó alle volte anche essere una gabbia, dalla quale volontariamente non si vuole uscire. Dunque un ostacolo puó essere quell’occasione per cambiare strada.
Oggi hanno espulso il mio caro amico e fratello Alberto dalla Cina, dopo due anni di fatiche spalla a spalla, di esperienze condivise, di lunghe discussioni piú o meno serie. Oggi io ascolto i Soundgarden con “Feels on Black Days”. Ma non é finita qui Berto, questo é sicuro.



mercoledì, settembre 24, 2008

discoteche

Ad una settimana dal mio rientro in Cina, dopo una breve vacanza italiana (gran matrimonio di Tex, da pisciarsi addosso dalle risate grazie a maestri fortezzini della cazzata quali Sferra, Baldo, Manuel, ecc.), mi ritrovo a fare paragoni fra Occidente e Oriente, tra Italia e Cina, tra diversi modi di vivere, di lavorare, e di divertirsi. Dire che mi sento un pó disadattato nella calma piatta italiana é ormai superfluo, ma dire che mi sento completamente adattato alla vita cinese mi sembra anche troppo azzardato. Prendiamo le discoteche, all’apparenza uguali alle nostre in Italia. Ci sono alcuni aspetti per noi difficili da comprendere: perché si continua a giocare a dadi o ad una specie di morra tra il frastuono vomitato dalle casse a volumi sopra ogni limite sopportabile dall’orecchio umano? Perché I bar, quelli ad isola per esempio, non sono veri propri bar, ma ritrovo tra staff, all’interno, e clienti, all’esterno, e non c’é alcuna bibita nei frigo o cassetti, al massimo le borse e indumenti di baristi e cameriere (mentre i drink vengono preparati in un oscuro luogo a noi sconosciuto)? Perché attaccano con Hip Hop, o House (sempre musica che a me non piace, ma diciamo in sintonia con la discoteca) per poi passare a culmine serata alla cantata live di un qualche giovincello o giovincella, che si cimenta in un pop a dir poco mieloso, con tanto di incitamento del pubblico? Perché i cinesi, quando ubriachi, cercano sempre di brindare con noi sfortunati stranieri avventori del locale, versandoci addosso quantità industriali di bibite alcoliche a causa del precario equilibrio fisico e mentale? Ma soprattutto: perché mentre vado a pisciare al cesso mi arriva da dietro il cinese addetto alla pulizia del bagno e incomincia a massaggiarmi le spalle? (non scherzo, e il servizio è offerto in varie discoteche…) La risposta è una sola: Perché siamo in Cina.

martedì, settembre 02, 2008

in vista degli Asian Games

Per strada mi hanno intervistato (é giá la seconda volta) riguardo ad un opuscolo che il governo cinese sta distribuendo alla popolazione locale in vista degli Asian Games 2010 che si terranno per l'appunto a Guangzhou. Con l'opuscolo il governo cinese cerca di educare i cittadini a comportamenti un pó piú civili (chi vive o é stato in Cina sa di cosa sto parlando). A me hanno chiesto cosa ne penso, cosa sono le cose che piú mi danno fastidio dei comportamenti dei cinesi. Primi due posti: non fanno mai la fila nei posti pubblici e poi sputano per terra a ripetizione, emmettendo dei suoni a dir poco animali...

domenica, agosto 31, 2008

Taxi a Guangzhou

Dopo una bella serata a base di Hefe Weissbier Paulaner torniamo a casa in taxi, il cui display posteriore dispone di una curiosa sorpresa...

martedì, agosto 26, 2008

intervista

mi hanno fatto fare un intervista promozionale per i corsi di mandarino, che frequento da 8 mesi ormai. Come al solito serietà, innanzitutto...

Comunque le lezioni fanno il loro effetto: adesso riesco a scrivere circa 300 caratteri e riesco a leggere dei testi scritti interamente in caratteri cinesi. É molto interessante e divertente da imparare..

il mezzo piú sicuro

Mercoledí 3 settembre torno in Italia su quello che si dice (a ragione) essere il mezzo piú sicuro: l'aereo. Ecco le notizie dell'ultimo periodo a riguardo:
20.08.2008 Madrid - volo della Spainair prende fuoco dopo il decollo, 154 morti
20.08.2008 Guatemala - cade Cessna, 10 morti
23.08.2008 Utah, USA - cade aereo, 10 morti
24.08.2008 Kyrgyzstan - Boeing si schianta dopo il decollo, 87 morti
25.08.2008 Limoges, Fancia: Aeroplano della RyanAir effettua un atterraggio d'emergenza: 26 feriti
26.08.2008 Monaco - aeroplano della Air Dolomiti prende fuoco, la gente scappa dalle uscite d'emergenza

... sperem ben va lá ...

venerdì, agosto 15, 2008

Viaggio nel Guangxi

Frullava in testa ad Alberto da un pó di tempo e avendo sentito dei racconti positivi in merito one ero attratto pure io: esplorare i dintorni di Guilin, il cui fiume Li attorniato da imponenti formazioni carsiche sono uno dei quadri paesaggistici piú famosi della Cina. Inoltre avevamo in programma anche la visita della zona montagnosa nella contea di Longji, dove si trovano pittoresche coltivazioni a terrazza di riso.
1.giorno:
Arriviamo a Guilin dopo 1 ora di volo da Guangzhou, prendiamo un taxi per un'altra ora e mezza che ci porta ad un molo sul fiume Li, dove ci aspetta un simpatico cinese, con il quale mi ero messo d’accordo giá preventivamente, che ci fa salire sulla sua piccola imbarcazione (piú zattera direi…) fatta di bambù. In 4 ore circa ci porterà a Yangzhuo, passando per dei paesaggi a dir poco spettacolari: imponenti montagne verdi che sovrastano le sponde del fiume. La zattera viaggia a passo d’uomo, e questo da la possibilità di ambientarsi, di rilassarsi, di mettersi in pace con la natura circostante. Lo scenario ci lascia comunque a bocca aperta e ci godiamo veramente questo momento.
Arriviamo a Yangzhuo verso le 6 di sera e ci facciamo subito un giretto per la West Street (Xi Jie in cinese), famosa per essere il fulcro turistico della cittá, con i suoi ristorantini, alberghi, i negozietti che offrono i soliti souvenir. Le prime impressioni che abbiamo avuto sono state:
- i giovani del posto parlano un ottimo inglese, strano per essere in Cina
- la cittadina sembra una di quelle mete amate da backpacker, e ció non mi dispiace
- il turismo cinese, che la inonda, è il piú volgare e fastidioso che abbia mai avuto il dispiacere di incontrare
- le pietanze cinesi dei ristoranti che abbiamo provato sono molto molto buone
- ci sono tante belle e simpatiche topoline del posto la cui conoscenza vale la pena approfondire
- siamo i soliti porci di sempre, nonostante la maschera di viaggiatore serio che cerchiamo di darci
Passiamo dunque la serata a passeggiare per i vicoli tipici di Yangshuo. Per finire la serata, un bel Oil Body Massage, che mi ha lasciato con l’amaro in bocca, non vi spiegheró perché, questa non è la sede adatta per parlarne…
2. giorno: dintorni di Yangshuo, Shangri La, Dragon Bridge, Black Buddha Cave, Moonhill
Ci promettiamo di alzarci alle 7 per visitare i dintorni di Yangshuo, che promettono essere molto affascinanti. Infatti giá verso le 10.30 (!!!) siamo a fare colazione e verso mezzogiorno siamo su uno scooter che seguiamo la nostra simpatica guida cinese del posto (Ding), che ci fará assaporare degli angoli di Cina veramente incantevoli. Non sono mancate ovviamente le cazzate, ma vi assicuro che alcuni scorci di questa campagna lasciano con il fiato mozzato e questa escursione ha rilassato sia mente che spirito (un pó meno il fisico, visto che dopo tutte quelle ore in moto avevamo il culo a pezzi). Abbiamo visitato vecchi villaggi, campagne coltivate, visitato una grotta dove ci siamo immersi in un bagno di fanghi. Cena di nuovo a base di pietanze cinesi: pollo, anatra, calamari, ed un ottimo pesce cucinato nella birra, specialitá del posto (pijiuyu in cinese). Serata di nuovo a Yangshuo, sulla West street, a bere birra locale e commentare la “moda cinese” che pure qui offre spettacoli irripetibili…
3. giorno: dintorni di Yangshuo, villaggio Liugong, villaggio di Fuli
Anche questa giornata la dedichiamo all’esplorazione della campagna in scooter: bufali d’acqua, contadini che si spaccano la schiena nei campi, bambini che giocano, piangono, corrono… incontriamo sguardi duri come la pietra, duri come il lavoro che svolgono giornalmente, ma un incuriosito sorriso non viene mai disdegnato allo straniero che saluta. Passare queste terre povere, questi vecchi umilissimi villaggi, percepire la fatica dei contadini nei campi ci fa riflettere sulla nostra fortuna. E quanto ci sembrano inutili le tante lamentele che ogni giorno noi fortunati abbiamo. Bisognerebbe apprezzare ogni tanto, invece di volere sempre di piú. Attraversiamo villaggi vecchi 1500 anni, vicoli stretti, case vecchie, porte e finestre aperte allo sguardo di tutti, vecchi poster di Mao appesi, sembra che sia ancora idolatrato da queste parti, TV sintonizzate sulle olimpiadi: One World – One Dream… e qui ce né da sognare, ce né eccome. A noi invece, saturi di cittá inquinata, rumori assordanti e arie condizionate ci fa sognare il paesaggio, l’aria pulita, gli odori e i colori.
È un discorso che vado ripentendo a me stesso da tempo ormai: finché ce né debbo prenderne, assaporando ció che prendo. Perché un giorno tutto finirà, e non so quando, come non lo sa nessuno, e quel giorno non potrò appellarmi a niente e nessuno. Percui cerco di approffittarne. E gustarmi i momenti, la gente, i sapori, i luoghi che la terra puó offrire. Con rispetto ovviamente.
La sera assistiamo ad uno spettacolo che si ripete ogni sera dell’anno qui a Yangshuo: the Impressions of Liu Sanjie, spettacolo allestito sul Li River, con i dintorni che ne fanno da teatro (quando illuminano le montagne carsiche di viene un brivido lungo la schiena, credetemi), diretto dal regista cinese Zhang Yimou (famoso per i film “Lanterne rosse” “Hero” “La foresta dei Pugnali Volanti”). Ci sono 700 persone che lavorano a questo spettacolo, tra cui pescatori e contadini del posto. 4000 spettatori al giorno, sempre full booked. E avendolo visto ora so perché. Da pelle d’oca.
4. giorno: dintorni di Longji, villaggio di Ping An, contea di Longsheng
Sempre organizzata tramite la nostra guida, questa escursione è stata la ciliegina sulla torta del nostro viaggietto nel Guangxi: visitato le coltivazioni i riso di Longji, in montagna. La camminata dura 4 ore, senza particolare fatiche. Non sembra vero sentire esclusivamente rumori come ruscelli , cinguettii, il fruscio del vento che si alza nella boscaglia. So che posso sembrare ormai sull’orlo della demenza mentale, ma provate voi a vivere in una metropoli cinese di 20 milioni di abitanti, poi mi dite…
In ogni caso, sia ad Alberto che a me, questa camminata risveglia vecchi ricordi di gioventú, essendo entrambi cresciuti nell’arco alpino, e ci rendiamo conto di quanta fortuna abbiamo avuto a venire su in mezzo alla natura. Lo spettacolo, anche in questo caso, è meraviglioso. E anche qui incontriamo sguardi gentili e curiosi di contadini e pastori. Una cosa mi stupisce: i villaggi assomigliano in qualche modo a quelli nostri di montagna, vuoi per il tipo di costruzioni , per gli odori, per gli affaccendamenti. Che strano ritrovare situazioni che risvegliano ricordi di casa a 10mila km di distanza.
5. giorno: ritorno a casa, Guangzhou
È stato un viaggio fantastico, rigenerante per molti aspetti. Abbiamo trovato un Cina ancora ancorata alle sue tradizioni, autentica. Abbiamo trovato degli scenari, dei paesaggi unici, spettacolari, magici.




















Altre foto le trovate qui:
Longji Rice Terraces
Yangshuo and Li River