Non ho avuto molto tempo di aggiornare il mio blog ultimamente, purtroppo sono ancora molto preso dal lavoro e devo organizzare ancora tante cose, sicché il tempo libero non è molto e lo utilizzo piú che altro per riposare. Pian piano le cose iniziano a girare come voglio io e sto riuscendo ad uscire dallo stress iniziale…
Si sta avvicinando il capodanno cinese, e, alla prima esperienza di questo tipo in Cina, non sappiamo bene come sarà per quanto riguardo carico di lavoro, possibilità di reperire gli ingredienti e bevande necessarie. Ci sono due scuole di pensiero completamente: gli uni che dicono che la città si svuoterà e per 2 settimane ci faremo piú che altro le pippe al ristorante, gli altri dicono che i clienti aumenteranno… boh, vedremo. Intanto ho dovuto organizzare le ferie per lo staff, visto che tutti vogliono tornare dalle proprie famiglie in campagna e se veramente ci sarà tanto lavoro dovrò farmi doppiamente il culo, visto, che metà dello staff è via.
La città è ora piena di piante di mandarini, simbolo di buon auspicio per l’anno a venire.
La gente cinese non è molto “accessibile”: sempre a testa bassa, sempre di corsa, sempre con la testa sul lavoro, mai una sbandata verso temi piú piacevoli. In questo periodo ho avuto tanti colloqui di lavoro: chi cercava lavoro, chi voleva vendermi vino, chi voleva pubblicizzare il ristorante su un qualche giornale… tutti che recitavano la loro litania roboticamente, da automa e di conseguenza il tutto suonava sempre molto preparato e poco credibile. Io poi li spiazzavo con domande che non c’entravano niente con il contesto: in crisi completa, manca poco che mi vanno in crisi epilettica…
Oggi con Alberto, mio amico-socio-collega, sono andato al mercato della frutta e verdura: semplicemente gigantesco, immenso… distese di pompelmi, angurie, tutti i tipi di verdure. Tutto in Cina è gigantesco, di dimensioni a cui non sono ancora abituato, cioè io vengo da un paesello di 700 anime e mi ritrovo a vivere in una metropoli prima da 8 (Saigon) e poi da 16 milioni di persone (Guangzhou), è uno scenario leggermente diverso.
Si sta avvicinando il capodanno cinese, e, alla prima esperienza di questo tipo in Cina, non sappiamo bene come sarà per quanto riguardo carico di lavoro, possibilità di reperire gli ingredienti e bevande necessarie. Ci sono due scuole di pensiero completamente: gli uni che dicono che la città si svuoterà e per 2 settimane ci faremo piú che altro le pippe al ristorante, gli altri dicono che i clienti aumenteranno… boh, vedremo. Intanto ho dovuto organizzare le ferie per lo staff, visto che tutti vogliono tornare dalle proprie famiglie in campagna e se veramente ci sarà tanto lavoro dovrò farmi doppiamente il culo, visto, che metà dello staff è via.
La città è ora piena di piante di mandarini, simbolo di buon auspicio per l’anno a venire.
La gente cinese non è molto “accessibile”: sempre a testa bassa, sempre di corsa, sempre con la testa sul lavoro, mai una sbandata verso temi piú piacevoli. In questo periodo ho avuto tanti colloqui di lavoro: chi cercava lavoro, chi voleva vendermi vino, chi voleva pubblicizzare il ristorante su un qualche giornale… tutti che recitavano la loro litania roboticamente, da automa e di conseguenza il tutto suonava sempre molto preparato e poco credibile. Io poi li spiazzavo con domande che non c’entravano niente con il contesto: in crisi completa, manca poco che mi vanno in crisi epilettica…
Oggi con Alberto, mio amico-socio-collega, sono andato al mercato della frutta e verdura: semplicemente gigantesco, immenso… distese di pompelmi, angurie, tutti i tipi di verdure. Tutto in Cina è gigantesco, di dimensioni a cui non sono ancora abituato, cioè io vengo da un paesello di 700 anime e mi ritrovo a vivere in una metropoli prima da 8 (Saigon) e poi da 16 milioni di persone (Guangzhou), è uno scenario leggermente diverso.
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