Sembra quasi che le mie bestemmie in Vietnam riguardo ai clacson siano state ascoltate. O più semplicemente i laotiani hanno il carattere più mite, più rispettoso verso il prossimo. Sarà un fatto culturale, ma qui non si sente suonare un clacson neanche nel momento dove sarebbe piú ovvio sentirlo. E che pace.
Arrivare a Luang Prabang é un pó come arrivare a Siem Reap, atterri ad un minuscolo aeroporto, sorvolandola direttamente, questa piccola cittadina, che ora é patrimonio mondiale dell'umanità. 26mila anime, architettura coloniale francese, 700m di altitudine, incastonata fra le montagne, Luang Prabang é veramente molto molto pittoresca e tranquilla, una meta molto gettonata per quelli che vengono in Indocina.
Purtroppo il cielo nuvoloso di questi primi due giorni non mi hanno permesso di scattare le foto che volevo, ma comunque qualcosina é venuto fuori dalla mia fedele compagna. la mia Canon. Mi sono goduto il tempo in relax, passeggiando per la cittadina, visitando quasi tutti i templi, pagode, musei che ci sono da visitare. Mi manca ancora una bella foto dal tempio Phu Si, in cima alla collina che domina Luang Prabang, vedremo se domani il tempio lo permetterà.
L'offerta gastronomica di Luang Prabang é quella che si trova in ogni altro posto da "backpacker" qui in Asia: collazione con pancake o sandwich o continental breakfast, lunch e dinner con i vari fried noodles o fried rice + pork/chicken/seafood. Peró... ci sono anche buone offerte di cibo laotiano/luang-parbanghese (se così si può dire). Non male, simile al Vietnamita. Ho provato la salsiccia di bufalo, davvero niente male. E come ogni altro posto nel Sud-Est-Asiatico la birra locale va giù che é una meraviglia....
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