mercoledì, novembre 28, 2007

Odissea

Ho appena passato le 24 ore piú sfigate della mia vita: dovevo passare 4 giorni di relax e invece sono dovuto tornare a casa ancora piú esaurito di quando sono partito.
Parto da Guangzhou lunedì sera con l’intento, appunto, di passare 4 giorni di sole e spiaggia a Boracay, isoletta delle Filippine, famosa per le sue spiaggia bianchissime e per l’atmosfera da paradiso tropicale. Arrivo a Manila e mi fermo per la notte in un albergaccio vicino all’aereoporto. Passo la notte a dormire (troppo stanco per bagordi notturni) e riparto la mattina per Cebu, dove c’è la coincidenza aerea per Caticlan, aeroporto che serve Boracay. Incominciano i ritardi aerei, ma io chiaramente in ferie la prendo con filosofia e calma. A Cebu finalmente ci chiamano per il boarding, il bus aeroportuale ci porta all’aereo e giá mi spavento: un rudere piccolo, vecchio e arrugginito. Va beh penso, volerá se Dio vuole. Saliamo (siamo in 4 passeggeri + i due piloti) e l’aereo traballa per il forte vento. Tutto è pronto, mi tocco giá i coglioni e penso maledetta quella volta che sono salito, che un’addetta all’aereoporto ci blocca dicendo che sta aspettando notizie dall’aereoporto di Caticlan per quanto riguarda il tempo. L’ansia cresce. Dopo mezzora di aspettative cancellano il volo, causa: tifone. Porca troia. Incomincio ad incazzarmi, non ho molti giorni a disposizione e mi sta andando tutto a puttane (almeno ci andassi io…). Allora chiedo all’information center se per caso c’è qualche altro posto dove buttarsi in spiaggia a prendere il sole. Risposta: quasi tutti i posti sono flagellati dal maltempo in conseguenza del tifone. Brutta miseria porca. Allora, penso, tanto vale tornare a Manila e fare qualche pazza serata in qualche locale di dubbio gusto… E cosi faccio. Torno con il primo volo per Manila (volo da incubo, turbolenze continue, mi sono quasi stritolato i coglioni per scaramanzia…). Atterriamo (di fortuna) a Manila: c’è il tifone, vento incredibile, pioggia che ti trafigge, tutto scuro e brutto. A quel punto altre bestemmie e la decisione: basta, torno a casa. Voli per Guangzhou non ce ne sono… allora prendo per Hong Kong. Dopo altre file interminabili di check in, immigration, security checks, riesco ad imbarcarmi. Altro volo da incubo tra turbolenze e vuoti d’aria ed arrivo ad Hong Kong, prendo un pullman e finalmente alle 1 di notte sono di nuovo a Guangzhou. Esattamente 29 ore dopo la partenza. Guangzhou – Manila – Cebu – Manila – Hong Kong – Guangzhou. In tutto sono riuscito a mangiare un croissant ed un tramezzino. Esaurito e stufo mi apro una Moretti e brindo alla mia sfiga….

E c'é a chi é andata peggio (e qui non si parla di una stupida vacanza andata a monta...):
"Case distrutte e interi villaggi spazzati via: nelle Filippine una serie di onde di straordinarie dimensioni, causate dalla violenza del tifone Mitag, hanno provocato danni ingenti sulla costa sud del Paese. Almeno 5 mila persone sono rimaste senza un tetto" (da corriere.it)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

oila Alex,

tutto apposto li?!
tifoni e catastrofi ambientali sono riflessi associati alla disarmonia della vita caotica che gli essere umani creano sulla Terra... quando impareremo a coltivare armonia, bellezza ed equilibro nelle nostre vite sulla Terra in piu' maggioranza - saremo anche in grado di manifestare queste richezze e virtu' in forme esteriori sulla Terra quali stabilita' politica-economica- sociale-interculturale a livello globale e comunitario, cooperazione planetaria tra i vari paesi, rispetto delle risorse ambientali e progresso verso una scienza della tecnologia non destruttiva, educazione alla vita e conservazione delle nostre facolta spirituali, etiche...

the outer conditions are always a reflection of the inner conditions - Peace Pilgrim

Much Love brother,
Ivan